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FOOD

La marmellata di uva e lo slow food

La marmellata di uva e lo slow food cosa hanno in comune?

Semplice, questa ricetta  racchiude in sè tutta la filosofia dello slow food, dal rispetto dell’ingrediente, alla stagionalità, alla lenta preparazione e al piacere.

La marmellata di uva, custode di una cultura e della sua terra, la mia, quella Lucana.

Torno a scrivere e postare dopo qualche settimana di assenza ma giustificata da giri di lavoro per nuovi progetti e nuove idee.Rientro desiderato che mi riporta alla quotidianità, alle mie cose, ai miei affetti, alla mia cucina, insomma a quello che mi fa stare bene.

Riflettevo proprio l’altro giorno sulla ricetta da proporvi per questo inizio d’autunno che racchiudesse tutta l’idea di cucina lenta, calda e che soprattutto avesse un carattere regionale.

Ebbene si!

Ho deciso che per quanto mi sarà possibile voglio iniziare a raccontarvi un pò più delle ricette della mia Lucania e attraverso loro mostrarvi un’altra faccia di questa meravigliosa terra.

Ed ecco che subito mi si è presentata la ricetta, quale migliore idea della mitica “Acinata” per le proposte autunnali? Sii! Acinata o acinato, deriva da acino e sta proprio per marmellata di uva, dove ogni chicco viene scelto, tagliato in due parti, accuratamente denocciolato  pronto per la cottura.Durante la vendemmia, si raccoglievano gli acini e da questi ne realizzavano questa marmellata che sarebbe servita poi da ripieno ad un tipico dolce natalizio Lucano, i panzerotti con acinata.

 

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Dall’archivio di famiglia

Lo confesso questa è la ricetta di mia mamma che come tutte, conserva gelosamente in quel diario unto e consunto dal tempo e che per buona causa le ho sottratto.

Divulgare il buono e il bello non è forse cosa buona?

Questo inizio d’ autunno cosi trionfante e fresco non poteva non esser accolto da una ricetta di questa natura.

Dall’archivio ricette di famiglia, questa rientra tra le marmellate più realizzate in Basilicata e forse in tutto il sud Italia.Una marmellata che richiede tempo e pazienza per prepararla ma sa anche regalare gioie e soddisfazioni al palato.

 

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                                                                                     tegami in rame artigianato puro Bottega Donnini

 

  MARMELLATA DI UVA “ACINATA”

Questa ricetta sarà perfetta per la preparazione di crostate e dei dolci natalizi che vi proporrò per questo Dicembre.

L’uso della carrube è facoltativo serve a dare un profumo particolare e deciso a questa marmellata ma non disperate nel caso non riusciste a trovarla.

INGREDIENTI

  • 2 KG di UVA
  • 400 g di ZUCCHERO
  • 1 CARRUBE

PREPARAZIONE

  • Lavate l’uva accuratamente, privatela dei raspi, dividete gli acini in due parti e denocciolatela.
  • Mettete l’uva, lo zucchero e la carrube divisa in due in un tegame capiente e fate andare a fuoco lentissimo e a fiammella bassissima sino a quando l’acqua si sarà del tutto consumata, ci vorranno delle ore prima che sia pronta.
  • Eliminate la carrube dalla marmellata e procedete con l’invasatura.
  • Per la conservazione, sterilizzate dei barattoli in acqua bollente e lasciateli raffreddare testa in giù su di un canovaccio.
  • Versate la marmellata calda nei barattoli, chiudete e capovolgeteli.
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FOOD

Settembre un nuovo inizio, frangipane ai fichi

Settembre un nuovo inizio, frangipane ai fichi arriva ad onorarlo.

Mi chiedo da sempre perchè arrivato settembre un pò tutti comincino a parlare già di autunno con sottile velo malinconico, di pigrizia nel voler ricominciare, di stanchezza dalle vacanze e tutto sembra tingersi di grigio.Potremmo vedere questo mese da un altro punto di vista?

Eh si! Perchè un’altra visione è possibile.

Iniziamo dicendo che a settembre è ancora estate e che in questo mese il mare lo si gode molto più che in Agosto.Tutti sono quasi rientrati, le spiagge sono più libere, i servizi sono al top, tutto costa molto meno e poi vogliamo parlare di ciò che trionfa dalle campagne per poi finire sulle nostre tavole e nelle nostre pance?

Canestri di uva freschissima, melagrane, funghi e fichi che sembrano esser usciti da un quadro del Caravaggio.Settembre il mese per dedicare del tempo a se stessi, tutto riprende il normale ritmo che per quanto consueto e forse noioso è pur sempre un ritmo umano e non frenetico come quello della piena estate.

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Settembre è anche il mio mese sarà per questo che forse lo amo, è come una e.mail  a sorpresa appena aperta che comunica nuovi progetti e grandi novità, il mese per riprendere la vita in mano per poi rimettersi in gioco, il mese  delle raccolte del frutto maturo, delle pigiature, dell’aria che profuma di vino, di terra umida, di frutta che cuoce, di fichi d’india e nuove ispirazioni.

Settembre il mese dell’aria fresca, della luce limpida e del sole caldo ma non troppo, il mese del brusio, del vociare e del contemplare.

Settembre  per rimettersi a i fornelli, avere il tempo di cucinare sorseggiando del vino e condividere il tempo con gli affetti.

In dono un cesto  e la ricetta di questo meraviglioso dolce frangipane ai fichi  che ho preparato aiutando mia sorella.

Con l’augurio che sia per tutti voi un nuovo e grande inizio, qui di seguito trovate la ricetta .

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CROSTATA FRANGIPANE AI FICHI

Per questa torta ho ricevuto in dono una cultivar di fichi tipica della Basilicata e del Materano in particolare, il fico rosa di Pisticci.

INGREDIENTI

Per la base vedi la ricetta una canon al posto..

Crema frangipane

  • 100 g di burro
  • 80 g di zucchero a velo
  • 2 uova medie
  • 100 g  di farina di mandorle
  • 40 g di farina 00
  • scorza di mezzo limone bio
  • 5 fichi fresci
  • Mandorle in scaglie
  • Sale, miele e zucchero di canna qb

 

PREPARAZIONE

  • Iniziate dalla base della frolla.Potete utilizzare quella che fate di consueto per le crostate  oppure seguire la mia ricetta nel link sopra segnalato.
  • Dopo averla fatta riposare in frigo stendetela in una teglia di 24 cm e bucate con i rebbi di una forchetta la base della frolla.
  • Procedete alla realizzazione della crema frangipane.
  • Montate con fruste o planetaria il burro morbido e lo zucchero sino ad ottenere una spuma.
  • Aggiungete un uovo per volta continuando ad amalgamare ed infine le farine e la scorza di limone.
  • Mescolate sino ad ottenere una crema omogenea.
  • Versate la crema sulla frolla e dopo aver lavato i fichi con la buccia tagliateli e li disponeteli a piacere sulla torta.
  • In una ciotola mischiate le scaglie di mandorla con un cucchiaio di miele un pizzico di sale e dello zucchero di canna.
  • Versate le mandorle sulle torta, doneranno un gusto croccante al vostro dolce.
  • Infornate a 180°c in forno statico per circa 40 minuti.
  • Lasciate raffreddare prima di assaggiare.
FOOD

Agosto, Non ti riconosco!

 

E’ trascorso del tempo quando amavo l’estate e non vedevo l’ora che arrivasse! Agosto, Non ti riconosco!

Qualcosa dev’essere accaduto nel mentre.Vediamo, provo a fare il punto della situazione.

1 Sono cresciuta.

2 Gli impegni sono cambiati.

3  Ho  intrapreso dei lavori che proprio in Agosto non mi danno tregua.

Bene, direi che sarà per questo?

Mentre per molti è il periodo dell’anno più atteso (e non dite di no, che vi vedo svolazzare sulle barche e  lunghi lunghi ad arrostire le vostre pellicine), dicevo, per me questo è il mese che non lascia il tempo di guardarmi allo specchio, di rendermi conto che fuori c’è un mondo in vita, eventi, serate e chi più ne ha più ne metta.

Mi manca il tempo per far qualsiasi cosa,  figuriamoci per cucinare. Sarà per questo che  proprio non lo amo?

Sono lontani i ricordi d’ estati trascorse a bivaccare, chiacchierare con amici tra un aperitivo e risate, di pomeriggi leggeri  decidendo dove trascorrere la sera….ok, per oggi può anche bastare!

L’idea delle ricette delle insalate fresche e veloci nasce anche da questa esigenza di preparare qualcosa in mancanza di tempo.

Oggi l’ultima delle mie ricette di agosto, ancora una volta un mix tra frutta e verdura, freschezza e dolcezza.

Pronti a replicarla?

Una curiosità, alzi la mano chi è nel club delle lavoratrici d’agosto?

 

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INSALATA DI POMODORINI, UVA, TARALLI E BURRATA

Questa ricetta contiene dosi per due persone

INGREDIENTI

  • 10 pomodorini ciliegino
  • 5 pomodorini camone
  • un grappolo di uva nera
  • 1 burrata piccola
  • 50 g di rughetta
  • 10 taralli
  • foglie di basilico
  • sale olio evo e origano qb

PROCEDIMENTO

  • Lavate tutti gli ingredienti.
  • Tagliate i pomodorini e qualche chicco di uva  in due parti.
  • Mettete tutto in un’insalatiera e unite la rughetta e il basilico.
  • Condite con olio, sale e origano e girate sino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti.
  • Terminate con basilico, taralli spezzati e la burrata divisa in due.
  • Non resta che provarla e farmi sapere cosa ne pensate.
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FOOD

una nuova insalata al sapore di fichi

 

Sopraggiunge come un sogno questa nuova ricetta d’insalata al sapore di fichi!

Signò! l’ mel l’ per l’ meeel , l’ vuoj?”

Così cantava dal retro del suo banco il buon caro Tonino e sapeva tenerle allegre le sue signore che tutte la mattine si recavano da lui e sgomitavano per ricevere i complimenti migliori oltre che la sua ottima frutta.

Era il suo modo per attirare le clienti e tenerle strette al suo business.Tonino, quell’uomo bassino ,malconcio, uno che la vita l’aveva vissuta nei campi, riservava battute anche per  me.

Di mattina presto, d’estate quando il sole non era ancora tanto caldo e le cicale non avevano messo il turbo, con mia nonna, mano nella mano a passo sostenuto raggiungevamo il suo banco.

Puntualmente quando mi vedeva, la sua battuta : ” Agnurucatizz attizz attizz u’ fuoc’ cosa ti do stamattina?”

Ad aver capito cosa mi diceva, magari non gli avrei riservato quel mio solito broncio tra l’offesa e il dispiaciuto.

“Chissà cosa voleva dirmi, nonna, perchè , Tonino mi chiama così?” Lei sorriddeva e lasciava che restassi con quel pensiero sino alla volta successiva che puntualmente si riproponeva allo stesso modo.

Dal suo banco e quello del mercato tutto, veniva fuori un odore di terra, vegetale, pomodori, acre di frutta, ogni ben di Dio era li sopra e in quel frangente si svolgeva la parte social di molte donne.

Si disquisiva sul come hai preparato questo, cosa cucini oggi, come sta la famiglia e non mancava mai il pettegolezzo del giorno.

Si rientrava a casa sempre di corsa, per il timore di incontrare quel sole che troppo alto avrebbe recato qualche abbassamento di pressione.

Dopo la spesa, si procedeva a realizzare il pasto del giorno che chissà com’è, durava sempre tutto una mattina.

Lontana da questi ricordi e dalla possibilità di disporre di tutto questo tempo, vi giunge la seconda delle mie ricette veloci, fresche e facili da preparare, quelle del mese d’agosto, no?

 

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INSALATA DI FICHI E CAPRINO

INGREDIENTI

  • 6 Fichi (Insalata per 2 persone)
  • 250 g di caprino
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • 20 foglie di basilico fresco
  • Una manciata di semi di papavero
  • Una generosa manciata di mandorle tostate
  • Olio evo e sale qb

PROCEDIMENTO

  • Lavate bene i fichi e tagliateli in più spicchi.
  • Adagiateli in una boule capiente e unite il caprino a pezzetti, la cipolla affettata a rondelle  e le foglie di basilico.
  • Finite con olio extra vergine d’oliva, sale, semi di papavero e mandorle tostate.
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FOOD

Insalata d’anguria, un affare estivo

Insalata d’anguria non può che essere un affare estivo!

Ma vi  pare che con questo caldo ci si possa mettere ai fornelli? Certo! Si potrebbe anche, ma sarebbe un suicidio autorizzato.

Come promesso e di già annunciato sui social, la mia prima estate con voi da blogger, il mio “Accade in tavola” non andrà in vacanza.

Tutto il mese di Agosto ci sarò per farvi compagnia, punzecchiarvi, tenervi d’occhio e dispensare qualche chicca sulle mie ricette fresche veloci e un pò svuota frigo, quelle che naturalmente preparo quando il marito non c’è.

In questo periodo lo ammetto faccio fatica anche ad andare al mercato, cerco pertanto di ottimizzare tutto e proprio l’altro giorno mentre ero alla ricerca di un’illuminazione per il pranzo del giorno mi son detta : ” perchè non preparare un’insalata che abbia all’interno frutta e verdura?”

Eh Ta daaaa! Eccoti bella e servita la ricetta, pronti a replicarla?

 

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INSALATA D’ANGURIA, POMODORINI E CETRIOLI

La cucina è il miglior laboratorio dove testare nuove ricette e sperimentare abbinamenti.Questa, era per me la prima volta di un’insalata con anguria.A dire il vero dentro ho messo un bel pò di roba che mi incuriosiva.Il pomodorino ha dato la parte acida, l’anguria la dolcezza, il cetriolo  e basilico la freschezza e infine le mandorle hanno donato croccantezza al piatto.

Ps. il mio consiglio di non usare pomodorini molto acidi, prediligete i datterini quelli gialli.

INGREDIENTI

  • 6 POMODORINI CILIEGINO
  • UNA BELLA FETTA D’ANGURIA
  • UN CETRIOLO
  • UNA MANCIATA DI MANDORLE TOSTATE
  • 6 FOGLIE DI BASILICO FRESCO
  • UN CUCCHIAINO DI SEMI DI PAPAVERO
  • OLIO EVO, SALE ROSA , PEPE NERO QB

PROCEDIMENTO

  • Lavate accuratamente i pomodorini, i cetrioli.
  • Tagliate a pezzi i pomodorini, sbucciate i cetrioli e affettateli per unirli all’insalata.
  • Nel frattempo pestate le mandorle tostate in maniera grossolona e tagliate una fetta d’anguria a piccoli bocconcini.
  • Unite il tutto, le foglie di basilico , semi di papavero, sale e pepe, un bel giro di olio evo delicato e girate con cura.
  • Solo per ultimo unite le mandorle in modo che non si inumidiscano troppo.
  • Ecco siete pronti, se avete anche un bel bicchiere di vino bianco fresco, sono certa che farete uno dei pranzi più freschi dell’estate.
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TRAVEL

puglia, terra del viaggio

Arriva l’estate, il momento di riposare, di lasciare i pensieri sul comodino di casa in città e liberarsi di pressioni, stress, stanchezza accumulate durante tutto l’anno e dedicare del tempo a se stessi e alle persone a noi vicine.
L’estate e le vacanze devono permettere di rigenerarci, regalarci emozioni, accrescere la nostra cultura e farci  trovare nuove energie da riutilizzare una volta rientrati.

Proprio l’altro giorno, discorrendo sul tema viaggio, con un cliente francese, in ferie con sua moglie, mi faceva notare del suo piacere di far riposo durante un viaggio e sottolineava le differenti tipologie di vacanziere, dividendole in due categorie.
Avete mai riflettuto a quanti modi esistono di far vacanza?

Mi parlava di quella “da turista“, dove tutti visitano tutto ciò che c’è da scoprire di un luogo, coloro che frequentano i posti più cool a tutti i costi anche se super affollati, quelli che si fanno prendere dalle guide, che seguono alla lettera ciò che gli è stato suggerito senza prendersi cura del proprio piacere di vivere un viaggio e di decidere alla giornata secondo propria emozione. L’altro tipo di vacanza è quella del “viaggiatore“, un’azione più lenta e meditativa, svolta in luoghi meno conosciuti, dove vivere una comunità nei mercati, per le strade, nelle botteghe ha la priorità, dove conoscere la gente comune e i suoi racconti
ha un suo perché, dove imboscarsi nel retro di una bettola per assaggiare quello che gli altri non mangiano ha un’emozione
che nessun  ristorante può regalarti.

Per farla breve Joseph si riferiva ad un viaggiare cosciente, sano, autentico, alternativo che va oltre il conoscere mare e bellezze.

Addentrarsi nel mood e nel vivo della cultura di un popolo viene prima di ogni cosa perché sa regalare
il vero sapore del vivere l’altro.

Bene! Dopo questa piccola prefazione sulle differenze del viaggiare, mi soffermerò sul raccontarvi la mia.

Non so voi, ma io vado sempre in crisi al momento di programmarne una.

A) sempre troppo pochi i giorni a disposizione.

B) tremila posti nuovi da voler visitare.

C) e non meno importante la parte economica da tenere sott’occhio.

Così mi ritrovo a dover scegliere in una rosa di posti davvero limitata. La fortuna vuole che vivo a due passi da una regione che regala grandi bellezze e in meno di un’ora di strada sono come alle Maldive.

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Puglia terra del viaggio

Puglia e Salento negli ultimi decenni sono meta per turisti di tutto il mondo, in modo particolare la costa,
proprio per la presenza del mare cristallino, sabbie bianchissime, lidi alla moda, relais e masserie di gran charme.

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Ancora una volta, mi sono lasciata trasportare dal sentimento per questo viaggetto e il cuore mi ha portato in un luogo magico.
A pochi km da Manduria in provincia di Taranto è possibile vivere le spiagge paradisiache di Campomarino  e San Pietro in Bevagna, lingue bianchissime di sabbia lasciano alle spalle una macchia mediterranea dai colori che virano dal verde scuro al brillante e in altri punti rocce che riflettono la luce. Se siete da queste parti non preoccupatevi di lettini, ombrelloni e quant’altro, mare e natura sono talmente belli che vorrete restare in acqua per bagni lunghissimi oppure godervi il paesaggio facendo camminate rigeneranti per la vista e per il corpo.

Addentrarsi nei paesini limitrofi come Sava, San Pancrazio, Fragagnano, Avetrana può riservarvi delle grandi sorprese,
come ritrovare degli anziani che alle 17 del pomeriggio siano per strada a giocare o a sorseggiare un bicchiere di buon primitivo e che, chiedendogli indicazioni stradali, vi conducano in casa loro per farvi assaporare quel famoso nettare
che loro stessi hanno prodotto.

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Come per gran parte della Puglia anche questa zona gode di una campagna selvaggia e nel bel mezzo di questa natura
nasce una masseria che volutamente ho scelto di visitare.

Da qui parte il mio viaggio, fatto di  un luogo, si tra i più ricercati, ma soprattutto carico di semplicità e bellezza
della gente che lo abita, fatto di racconti, confidenze, emozioni e autenticità.

Lascerò spazio alle mie immagini per raccontarvi del mio viaggio.

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Soggiornare a Masseria Potenti, essere accolti dalla travolgente Maria Grazia, da sua figlia Chiara e il marito,
non è un semplice benvenuto. Da loro si entra a far parte di una famiglia dove ogni angolo più nascosto della masseria viene vissuto e condiviso da tutti. La cucina non è luogo fatto solo di cibo, bensì contenitore di storie e di insegnamenti
di ricette della tradizione pugliese.

Si respira aria di genuinità, semplicità, ogni dettaglio ricercato e voluto. Oggetti ed enormi mobili della tradizione Salentina vestono l’intera masseria, gli arredi degli interni si prolungano all’esterno, antichi materassi diventano sedute, vecchie gabbie accolgono fiori di campo e ortaggi raccolti personalmente da Chiara e Maria Grazia. Gli occhi si perdono, non sanno dove guardare, ogni angolo racconta una storia, la storia di questa famiglia e il segno indelebile del passaggio dei loro ospiti.

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LIFESTYLE

Sentirsi a casa

 

Sentirsi a casa, i posti del cuore.

Quelli in cui, ovunque siano, ritroviamo una parte di noi e ci fanno sentire subito a casa, anche a chilometri
e chilometri di distanza. Quelli in cui l’accoglienza, la cura e l’attenzione per il dettaglio, i colori, le tonalità e i materiali,
creano quell’atmosfera così intima e giusta che arriva dritta al cuore, da cui poi è difficile allontanarsi.

Riuscire a riunire tutto questo in uno stile è un’arte e di quest’arte Irene Berni ne è ben fornita.

Con il suo Valdirose, un b&b alle porte di Firenze, dove lei e il marito Paolo ricevono con grande accortezza i propri ospiti,
Irene ha creato oltre a un luogo del cuore anche un modo di essere e di vivere, fatto di atmosfere di altri tempi,
vecchi oggetti recuperati, legni shabby, colori pastello, cotoni grezzi, lino e fiori, tanti fiori di campo…

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Il suo stile è inconfondibile, anche se in continua evoluzione, anche nel perfetto disordine che spesso regna sul bancone
della veranda, vera anima di questo luogo speciale, tra fiori appena recisi, rami secchi, bacche, candele consumate.
Irene è nata proprio qui, al Valdirose, e qui si sente ancora “a casa”, ed è proprio questa l’atmosfera
che vi invitiamo a respirare e ricreare attraverso i nostri piccoli consigli di stile.

Il profumo di una torta appena sfornata farà il resto!

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1. Lanterna in metallo ramato, Maisons du Monde /2. Copricuscino in cotone a righe, H&M Home /3. Piatto in ceramica della linea Rose, con foliage grafico rosa, Bitossi Home /4. Tovaglioli in lino grezzo, tagliati cuciti e tinti a mano in molteplici tonalità e sfumature, HUE Table Stories /5. Paletta Osaka in ferro galvanizzato, praticamente indistruttibile, Nanban /
6. Numeri e corona in lamiera di ferro industriale arrugginita in modo naturale, Archie and Me /7. Sedia da giardino con braccioli, collezione Palissade, in acciaio verniciato a polvere nel colore verde oliva. Design Ronan e Erwan Bouroullec, HAY /
8. Grembiule Bon in lino froissé tinto in capo, Society Limonta /9. Mortaio genovese in marmo bianco di Carrara, Marmolove /10. Caffettiera espresso Lady Anne, in alluminio con finitura stone washed e pomolo decorativo
in bachelite. Design Lara Caffi, KnIndustrie /11. Marjorie Taylor e Kendall Smith Franchini, madre e figlia, co-fondatrici
della omonima celebre scuola di cucina di Beaune, hanno da poco pubblicato il loro primo libro The Cook’s Atelierun viaggio attraverso le ricette, il cibo e le relazioni con i piccoli produttori della Borgogna /12. Cocotte ovale Evolution in ghisa smaltata chiffon pink, ideale per arrosti, verdure, risotti, pane e mille altre ricette, Le Creuset

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FOODLIFESTYLE

Un caldo pomeriggio d’estate..torta all’olio, cioccolato e rosmarino

 

Un caldo pomeriggio d’estate, una canzone nell’aria ed un unico desiderio, un dolce all’ombra di un albero.

Le vecchie cementine scottano, scappo di casa…alla ricerca di un paradiso refrigerato che mi arrechi un leggero benessere.

Ed eccomi fuori tra il canto assordante delle cicale, un caldo sole di giugno e gli odori delle strade misto tra caffè, marmellate che cuociono, terra che arde.Intorno il silenzio, le mie voglie di dolce,  le mie mani che con fatica preparano una rustica merenda.

La farina, il cioccolato, l’olio che scivola via, una pianta di rosmarino ed è subito torta. Poi finalmente il tramonto, le cicale ancora in sottofondo,  un leggero venticello, il rumore delle foglie e le rondini, il sole un lontano miraggio, tutto si tinge di rosa, leggero e finalmente al fresco di un ulivo, la mia meritata fetta di torta, olio, cioccolato, rosmarino…e quella canzone che ancora mi suona nelle orecchie, che mi ricorda di te, mi riporta da te…

“..la neve coprirà tutte le cose e forse un pò di pace tornerà.

Estate!

Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore, l’estate che ha creato il nostro amore per farmi poi morire di dolore… odio l’estate …odio l’estate…”

 

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TORTA AL ROSMARINO, CIOCCOLATO E OLIO EVO

Questa torta  semplicissima da preparare, non avrete bisogno di sbattittori e alcun aggeggio infernale, la si può preparare ovunque e velocemente.

Suggerisco di utilizzare un olio piuttosto delicato.

 

INGREDIENTI

  • 200 G di farina per torte ( io, Lievitati di Molino Pasini)
  • 80 g di farina di farro
  • 190 g di latte
  • 3 uova
  • 180 g di cioccolato fondente
  • 100 g di zucchero di canna
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 170 ml di olio evo delicato
  • 2 rametti di rosmarino fresco
  • un pizzico di sale

PROCEDIMENTO

  • Sciacquate e asciugate il rosmarino.In pentolino fate riscaldare l’olio prestate attenzione a non far friggere.
  • Immergete il rosmarino ( preferibilmente sminuzzato) in modo che con il calore dell’ olio si liberino gli oli essenziali.Lasciate raffreddare.
  • Nel frattempo in una ciotola mischiate tutti gli ingredienti secchi.
  • A parte in altra ciotola sbattete latte e uova.
  • Ad olio raffreddato, eliminate i rametti con un passino e versatelo a filo nel composto liquido e mescolate.
  • A questo punto potete unire il composto liquido in quello secco e amalgamare eliminando i grumi.
  • Preriscaldate il forno a 180° C.
  • Unite il cioccolato a pezzi nell’impasto e mischiate.
  • In teglia da forno imburrata oppure rivestita di carta forno, versate l’impasto e infornate.
  • Avrete bisogno di circa 45 min. prima che sia pronta, ma come sapete la prova dello stecchino è sempre valida.

 

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Il rosolio dei ricordi, il Nespolino

 

Il nespolino,  è il rosolio dei ricordi.

Vi capita mai che una canzone vi piaccia talmente tanto che l’ascoltate, la riascoltate e ancora,  ancora, ancora,  sino allo sfinimento? Alcuni profumi sono come queste canzoni per me, li annusi e li riannusi sino a non sentire più nulla.

La prima volta che ho provato il nespolino ero da una mia zia di Roma e subito me e sono innamorata. In generale non impazzisco per i liquorini e rosoli, proprio per la loro natura molto dolce, ma di questo devo dire che il profumo mi ha colpito prima di tutto a tal punto che a volte scappa il secondo assaggio.

Il nespolino riattiva la mia memoria storica, di profumo al latte di mandorla, orzata, dei dolcetti madeleins, profuma di fresco, dolce, d’estate, sa di buono, soprattutto se ghiacciato.E’ un perfetto dopo pasto, servito freddo, bevuto in compagnia nelle calde serate estive.

Ne sanno qualcosa i clienti della trattoria di famiglia, che tanto lo amano. Il periodo perfetto per realizzarlo è proprio ora che il frutto è ben maturo e il nocciolo è pronto per la macerazione.

Questa la mia prima volta, sotto indicazioni rigide di mia mamma sono stata in grado di riprodurlo fedelmente, ricevendo addirittura i suoi complimenti.

Pronti a realizzarlo?

 

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IL NESPOLINO

Ricordate per la preparazione di questo liquore, non avete bisogno del frutto, ma unicamente del suo nocciolo, anzi, tanti noccioli!

 

INGREDIENTI

  • 1 Kg di noccioli di nespole
  • 1 l di alcool 90° o 95°
  • 2 l di acqua naturale
  • 900 g di zucchero bianco

PROCEDIMENTO

  • Lasciate a macerare i noccioli nell’alcool in un contenitore chiuso per circa 1 mese.
  • Trascorso questo tempo, potete preparare lo sciroppo, con acqua e zucchero, lasciando cuocere sino a densità desiderata.
  • Fate raffreddare prima di unire l’alcool, privato dei noccioli.
  • Se desiderate un liquore pulito , lo filtrate dalle impurità con un colino o tessuto in lino a trama larga, diversamente otterrete un prodotto più raw.
  • Fate riposare il rosolio per ancora 1 settimana, prima di gustare rigorosamente ghiacciato.

 

 

Se , le mie ricette vi piacciono oppure provandole trovate che siano di vostro gradimento, lasciatemi pure un commento e se postate sui social, taggate @accadeintavola, sarò ben lieta di condividere i vostri risultati….Buon lavoro e buona vita, sempre!

 

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TRAVEL

Valdirose e Val d’Orcia, uno spettacolo di luci ed ombre

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Il periodo che più amo per viaggiare va da Aprile a Giugno e da settembre a fine ottobre  (ed è anche l’unico possibile, visto il lavoro che faccio). Questi, credo siano i mesi migliori, per me che non amo affatto la confusione. Se ci si trova in l’Italia, lo scenario che da sud porta al nord è quello di  paesaggi incantevoli, di  natura rigogliosa e di tranquillità che si percepisce da tutti i fronti.

Quest’anno in occasione di un workshop mi sono ritrovata nella mia amata Toscana (circa un paio di volte l’anno ci faccio la capatina).

 Soprattutto, ho coronato il desiderio di anni di voler visitare un luogo che per tanto ho inseguito con i miei sogni

Se siete a Firenze amate questa città, ma non volete vivere il movimento dei tanti turisti che l’affollano, Lastra a Signa, comune di circa 20.000 abitanti potrebbe essere il luogo giusto.

Se poi siete amanti dello stile country e rilassante, del mood slow living, il b&b Valdirose fa al vostro caso.

Al mio, di certo!

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Dopo circa 700 Km di auto, arriviamo di notte al Valdirose, dove ad attenderci c’è il gentilissimo Paolo, padrone di casa. L’ora e la stanchezza di un lungo viaggio pieno di fuori programmi, non ci da modo di scambiare molte chiacchiere, ma già percepisco la magia del luogo e decido di godermi tutto al mattino dopo un lungo e confortevole sonno.

In camera un meraviglioso pavimento in parquet antico, montato a spina di pesce, dona un’air d’antan, tessuti dai toni chiari e leggeri come il lino, piccoli fiori di lillà e un’atmosfera piena di romanticismo giocano a coccolarci.

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Le mattine al Valdirose, non sono solo semplici mattine.

Un gruppo di nuovi e folli amici mi accolgono con entusiasmo.

I colori, i dettagli della colazione disposta su un vecchio tavolo nella veranda della casa padronale subito mi stordisce per tanta bellezza. Da ogni dove si guardi , si percepisce amore e dedizione per questo luogo, nella cura della mise en place di oggetti che hanno un vissuto, dalle torte fatte in casa, ai fiori raccolti.

Tutto ciò che gira intorno al Valdirose, sembra parli d’ amore.

Le colazioni, lunghe e lente che  permettono di conoscerci meglio, scambiare pareri su esperienze e goderci

un momento di vita  e vero relax.

Si comprende bene che qui c’è una gran mano, quella femminile, di Irene, che da perfetta padrona di casa, insieme al marito Paolo, (suo braccio destro ) accoglie gli ospiti

facendoli sentire a casa propria.

Marmellate, caffettiere, burro, torte e latte si confondono nello charme delle vecchie porcellane, fiorellini di stagione profumano la stanza e la luce che filtra dalla paglietta del soffitto

regala a tutti noi sfondi e scenari per fotografie dai dettagli unici.

Qui nulla è lasciato al caso sia negli interni che negli spazi esterni che ben si fondono tra loro, tutto è al proprio posto, senza alcuna sbavatura ed eccesso.

Sobrio, essenziale, ricercato ed elegante.

Un luogo dal sapore di un tempo, carico di un’energia che sembra arrivi da ogni  centimetro di questo bel casale di famiglia che Irene e Paolo sapientemente hanno saputo coltivare negli anni rendendolo un luogo unico e pieno di romanticismo utilizzato anche per set di servizi fotografici.

Un gioco fantastico di luci e ombre dettano la magia del Valdirose a seconda delle ore del giorno.

Vecchie stoviglie stile  Inglese si intravedono dalla dispensa, il privato diventa pubblico destando la curiosità di tutti.

 

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Questa volta assaporo la bellezza di Firenze sotto un’altra luce.

Se siete qui e vi trovate di sabato, come me siete amanti folli di oggetti vintage, bene!  Assolutamente non potete  perdervi il mercatino dell’usato di Bientina (circa 60 km da Firenze).

Lo segnalo in modo particolare perchè oltre a trovare tanti banchi di vario genere, ho trovato che gli oggetti fossero davvero particolari e assolutamente a buon mercato, dai tessuti antichi e ricamati, agli utensili, abat jour, oggettistica varia e soprattutto le porcellane.

Il mio è stato un bottino pieno e ricco che mi ha regalato tanta soddisfazione.

Il resto del tempo è stato dedicato al workshop e solo il rientro mi ha permesso di allungarmi in zona Val d’Orcia che non avevo mai visitato.

 

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In questa zona il verde e la dolcezza delle colline la fanno da padrona, un paesaggio mozzafiato dove lo sguardo si perde tra lunghi corridoi di cipressi e spazi immensi di verde.

La prima sosta è toccata al comune di Montalcino, famoso per il suo preziosissimo vino, per la fortezza, la Chiesa di Sant’Agostino e il palazzo dei Priori.

Ricco di negozietti di souvenirs, vini  e salumerie.

San Quirico d’Orcia, la cappella della Madonna di Vitaleta in piena campagna, Pienza, Bagno Vignoni, Asciano sono altri luoghi nei dintorni che proprio non potete perdervi, sempre che non rimaniate sopraffatti dalla campagna che li circonda, proprio come è accaduto a me. Rapita da una luce brillante, pulita, ho fermato l’auto a bordo strada ed ho percorso a piedi sentieri di rara bellezza, per godermi a pieno questo paradiso.Questa zona è anche ricchissima di bagni termali, ideali per weekend romantici e rilassanti.

Come sempre, racconto di luoghi, cibo e persone che segnano il mio cuore e anche questa volta  al mio rientro, porto con me un pezzo di Toscana, quella dei colori, luci, paesaggi, gastronomia e cultura che mi lasciano con un’ unico desiderio, quello di ritornare il più presto possibile.

 

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