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FOOD

Vitamina C in barattolo, marmellata di arance

 

Se potessi conservare l’inverno in un barattolo, ci metterei dentro i momenti delle serate sotto le calde coperte, il cibo caldo e confortevole, le lunghe giornate e un bel cesto di arance.

Per quest’ultima il rimedio ce l’ho!

Amo le arance in tutte le salse, spremute, concentrati, nelle ciambelle, con gli arrosti, da sole e in marmellata.

La colazione è uno dei momenti che più amo del giorno, con i suoi ritmi lenti e rilassanti e anche quando ho la sveglia presto al mattino, anticipo per godermi questo spazio.

 Tra le mie preferite, latte, caffè, pane con marmellata di arance.

Le arance sono un gran concentrato di vitamina c, aiutano a tener lontano malanni, raffreddori e tosse, aiutano a mantenere elastica la nostra pelle, sono dei fantastici antiossidanti, combattono i radicali liberi e sono un frutto dietetico. Certo in marmellata il discorso cambia un pò.

Nelle mie ricette di marmellate, mantengo sempre basso il contenuto di zuccheri per una semplice questione di gusto (tot. frutta e pari g di zucchero per me sarebbe immangiabile).

Queste  le ultime arance della stagione ed ho deciso di di conservarle in barattolo con la mia ricetta preferita.

 

Casseruola Bottega Donnini

In questa foto: Piatti vintage Richard Ginori , posate vintage, tovaglia lino zara home , barattolo Ikea

 

 

MARMELLATA DI ARANCE

Per questa ricetta ho usato le arance qualità navel dell’azienda terra degli ori .

Un’azienda della piana Metapontina, gestita in prevalenza da donne, che curano la loro terra in maniera sostenibile.

 

INGREDIENTI

  • 2Kg di polpa di arance navel
  • 1Kg di zucchero
  • 1 limone
  • Scorza delle arance

PREPARAZIONE

  • LAVATE LE ARANCE, TAGLIATE SOTTILMENTE LE BUCCE .
  • FATELE BOLLIRE PER 5 MINUTI E PER QUATTRO VOLTE, CAMBIANDO DI VOLTA IN VOLTA L’ACQUA.
  • TAGLIATE A VIVO LE ARANCE ( LA PARTE BIANCA RENDEREBBE TROPPO AMARA LA MARMELLATA) E RIDUCETELA IN PEZZI.
  • METTETE LE ARANCE IN CASSERUOLA FATE ARRIVARE A BOLLORE ED UNITE LE BUCCE BOLLITE, IL SUCCO DI UN LIMONE E LO ZUCCHERO.
  • FAR CUOCERE SINO A CONSISTENZA DESIDERATA.
  • LA MARMELLATA, PUO’ ESSERE CONSERVATA IN FRIGO PER UN MESE, OPPURE NEI BARATTOLI SEGUENDO LA TECNICA DI STERILIZZAZIONE (IN CASA MIA DURA 2 SETTIMANE E SUBITO FINISCE).
FOOD

Una Canon al posto del diamante e il “cucina blog award”

 

Ancora sorrido,

se ripenso alla mia espressione esterefatta, quando mio marito, qualche giorno prima del nostro matrimonio mi donò in regalo  una canon al posto del classico e  intramontabile  diamante.

Va bene il piacere per la fotografia e il suo averci visto lungo su una mia passione latente, ma una macchina fotografica ad una sposa?

Per lungo tempo l’ho preso in giro, sino a dimenticare giorno per giorno quel desiderio  (forse neanche mai avuto) di ricevere un diamante.

Da quel momento ho iniziato  ancor più ad appassionarmi alle storie legate alla cucina, perchè il cibo è fatto di persone, emozioni, momenti e non solo semplici ricette.

Ho iniziato a scattare, scattare, scattare, immortalando non solo piatti preparati, ma angoli di cucina, dettagli e momenti di convivialità, sino a ricevere i primi riscontri da parte di chi non mi conosceva.

A chi mi chiede, come hai cominciato, io rispondo, così: “Per piacere, quasi senza volerlo e con passione”.

Sembrerà sciocco, ma quando inizi a scattare delle foto si sviluppa dentro una nuova sensibilità.Non so quanti di voi potranno condividere questa mia teoria, ma a me sembra di vedere il mondo con occhi diversi, noto dettagli che prima tralasciavo, mi entusiasmo ad alcune giornate di luce particolare, colgo il bello nelle cose più semplici ed ordinarie.A volte mi dico è tutto li  e devo solo fare clic, mi si presentano delle situazioni e io devo solo coglierle.

Ogni momento di ciò che viene creato merita di essere immortalato, raccontato attraverso un’immagine.

Tutto ciò può definirsi passione?

A volte di rientro da una giornata di lavoro, altro non aspetto che mettermi all’opera, sarei capace di restarci per ore e non sentirne nemmeno la stanchezza.

Lascio a voi la risposta.

Ed è cosi che nasce ” Accade in tavola”, non avrei altre parole per raccontarvelo.

Altre parole, invece, le spenderei per dirvi quando lo scorso anno con ammirazione   leggevo gli entusiasmi delle bloggers che avevano ricevuto la candidatura ad un premio di tutto rispetto:” il cucina blog award” indetto per la prima volta dal corriere della sera con la giornalista Angela Frenda.

Con loro, che erano e sono i miei miti, gioivo per tanto onore ricevuto.

I loro racconti appassionati, sognanti, fatti di cucina vera, tanta bellezza e così irragiungibili.

A distanza di un anno, mi ritrovo quasi per gioco un blog che è parte della mia vita e una bella mattina un’ e.mail mi tramortisce dall’emozione ,

” Congratulazioni, il suo blog è candidato tra i 12 finalisti nel “cucina blog award“.

Ho pianto di una gioia incontenibile, che faccio fatica a descrivere.Questo frutto del mio lavoro, di una grande passione, messaggio che evidentemente è andato oltre il mio ‘io’.

Grazie.

Dedicato a L. e D.

 

CROSTATINA CREMA, LAMPONI E PISTACCHIO DI STIGLIANO

Questa ricetta rappresenta la mia primavera, quella che ho dentro, di questo meraviglioso momento.

Questi gustosissimi lamponi sono coltivati a Scanzano Jonico (azienda Nico fruit) i pistacchi che ho utilizzato sono invece di Stigliano.

Entrambe località Lucane,dove si producono eccellenze.

 

INGREDIENTI

PASTA FROLLA

  • 450 g di farina
  • 100 g di zucchero a velo
  • 200 g di burro freddo
  • 2 tuorli freschi
  • pizzico di sale

PER LA FARCIA  (crema pasticcera)

  • 500 ml di latte
  • 80 g di zucchero
  • 4 tuorli freschi
  • 40 g di amido di mais
  • scorza di limone
  • una vaschetta di lamponi
  • una manciata di pistacchi

PREPARAZIONE

  • Mescolate farina, zucchero e un pizzico d sale in una terrina.
  • Incorporate il burro freddo a pezzi sino ad ottenere un composto granuloso.
  • Unite il tuorlo e lavorate velocemente.Aggiungete pochissima acqua ghiacciata per rendere liscio l’impasto.
  • Avvolgetelo nella pellicola e fate riposare per circa 30 min in frigo.
  • Nel frattempo preparate la crema, facendo bollire il latte con la scorza del limone.
  • A parte sbattete uova e zucchero e aggiungete l’amido.
  • Unite a questo composto il latte caldo  a filo ,rimettete sul fuoco e far addensare girando sempre con un cucchiaio di legno.
  • Prendete degli stampini stendete la frolla dello spessore che desiderate, ponete dei fagioli all’interno e fate cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 20 min.
  • Trascorso questo tempo eliminate i fagioli di copertura ed unite la crema e dei lamponi e finite la cottura per altri 10 min. ad una temperatura un pò più alta.
  • Una volta cotte le crostatine, lasciate raffreddare e unite lamponi freschi e pistacchi in granella.Pronti per l’assaggio?

 

FOOD

La maglia della salute e una torta al cioccolato

 

 

 

 

Arrivava il sabato e il fastidioso momento del bagnetto. Tutti in fila dal più grande al più piccolo seduti su di un divano marrone finto pelle, in attesa di esser chiamati per esser lastricati nemmeno fossimo stati in mezzo al fango.

A dire il vero, non era nemmeno il bagno in sè per sé che detestavo, quanto l’umidiccio che mi restava addosso una volta uscita dall’ acqua e quella terribile ‘ maglietta della salute’ che ero costretta ad indossare.

Era davvero un incubo, di una lana quasi cotta, pesante, pungente, ma ancora più la odiavo dopo il bagnetto.

A ricordare questo momento, una vecchia polaroid inizio anni’80, di me, mia sorella e mio fratello, bianchi, lisci e profumati, tirati a nuovo, con un pigiamino di felpa pieno di pallini consunto dai tanti lavaggi, tutti rigorosamente dello stesso colore, celestino.

Nemmeno avessimo vinto un premio. Cosa c’era  di così magico da immortalare?… forse, immaginando a  questo mio racconto traumatico?

Ricordo che imploravamo mia nonna (che era la comprensiva di casa, colei che ci permetteva qualsiasi cosa) di non farci indossare quell’ indumento che ci rendeva dei piccoli robot e più che proteggerci da malanni invernali, ci rendeva dei tarantolati.

Lei, con tutta la sua bonaria ci tranquillizzava, facendoci credere che da lì a poco sarebbe accaduto qualcosa. Iniziava con i suoi racconti lunghi e lenti che ci portavano immediatamente in altri tempi e luoghi.

” Tra non molto usciranno le fragole, e quello sarà il momento di stare all’aria aperta, togliere la maglia  e indossare quella a maniche corte”.

Attraverso la parola ‘fragola’ creava un sogno nel nostro immaginario,

Peccato che fosse ancora gennaio e delle fragole,  nemmeno l’ombra.

Per distrarci e toglierci di dosso quel pensiero che come per tutti i bambini diventava pretesto di capriccio, ci metteva a preparare un dolce per la colazione della domenica mattina.

Il più delle volte si trattava della mitica ciambella al cioccolato. Con questo espediente riuscivamo a dimenticare quel fastidioso momento  e a concentrarci solo sul fattore dolce.

Il momento più bello, naturalmente arrivava quando l’impasto era ormai  pronto, versato nello stampo, infornato e sul  cucchiaio e nella ciotola, ne restava quel pò che bastava per la contesa della leccata finale.

Qualche volta, ho nostalgia di quella brutta ma calda maglia della salute, o forse, nostalgia di quei momenti e di quei conforti, delle colazioni in famiglia, chiassose ma allegre.

 

E’ appena entrato Marzo e sui banchi dei mercati sono comparse le prime fragole. La mia terra, proprio quella del Metapontino è tra le zone d’Italia più importanti  in produzione.

Mi sono lasciata tentare ed ho pensato di proporvi in chiave rivisitata, con un gusto tutto nuovo quella famosa ciambella di cui vi raccontavo prima.

Perfetta per la colazione, ma anche per un fine pasto con aggiunta di generosa ganache.

 

 

TORTA CIOCCOLATO, FRAGOLE E COCCO

Per questa torta ho utilizzato uno stampo da 22 cm con cerniera, Fragole del Metapontino e cioccolato Valrhona

INGREDIENTI

  • 180 g Farina 00
  • 50 g di farina di avena
  • 20 g di farina di cocco
  • 160 g di  Zucchero 
  • 150 g Cioccolato Fondente
  • 100 g Burro
  • Uova
  • 1 bustina Lievito In Polvere Per Dolci
  • 6 fragole

PREPARAZIONE

  • Spezzettate e Sciogliete il cioccolato a bagnomaria.Una volta sciolto, unite il burro e lasciate che si unisca al cioccolato.
  • In una ciotola montate le uova  (temperatura ambiente) e zucchero.
  • Aspettate che il cioccolato si sia raffreddato e versatelo nel composto di uova e zucchero
  • Setacciate le farine e lievito e unitele all’impasto , facendo attenzione a non smontare il tutto.Amalgamate.
  • Solo alla fine unite le fragole a piccoli pezzi. Non mettetene troppe per non appesantirla. Lasciatene qualcuna da parte per la guarnizione.
  • Dopo aver rivestito la tortiera con carta forno e preriscaldato il forno a 180°c, siete pronte per infornare.
  • Il tempo indicativo  per la cottura è di circa 35 minuti, ma la prova dello stecchino sarà di ulteriore certezza.
  • Solo dopo averla fatta raffreddare sarà pronta per esser accompagnata con aggiunta di fragole a volontà, una spolverata di farina di cocco e gustata.
FOOD

Piccola riflessione sul tempo e la shepherd’s pie

 

 

“Devi saper aspettare!”

Me lo diceva sempre la cara nonna Lina che non avevo pazienza  e che il mio strano rapporto con il tempo, non mi avrebbe aiutato nella vita.

Fortunatamente, si cresce, e con il tempo ho imparato tante cose.Una tra tutte aver pazienza, tanta pazienza, che nella vita ce ne vuole sempre una dose abbondante.

Con il tempo ho imparato che correre o desiderare prima del dovuto porta il più delle volte a profonde frustazioni e  delusioni, ma sopratutto ho imparato che è proprio inutile voler ciò che avere non si può.

Bene, detto questo e certa di non aver fatto la scoperta dell’acqua calda, tutto questo  era per dirvi che, proprio quando la mia mente e il mio corpo erano ormai  proiettati alla primavera, mi sono ritrovata nel bel mezzo di quell’inverno che mai era arrivato.

Avevo messo da parte tutto ciò che riguardava il capitolo freddo, la casa ormai piena di fiori, i primi acquisti di gerani per i balconi… e poi, sbam! Il gelo dai Balcani.

Ah! La pazienza!

 

 

L’altro pomeriggio, ancora indaffarata tra mille lavori, mio marito mi avvisa che per cena avremmo avuto degli ospiti, suoi importanti clienti.

Io che, l’ansia ce l’ho nel sangue e self control nemmeno a pagarlo, sono andata subito nel pallone.

Metti pure che ogni tanto lavoro e di tempo non ne ho tantissimo, ho dovuto decidere in poco  qualcosa che fosse  buono, non troppo  scontato e assolutamente fattibile nel giro di poche ore.

Ho tirato fuori un asso dalla  manica, un vecchio ricordo di ricetta che ha tutta l’aria di un piatto Pasquale ( per la presenza dell’agnello) ma soprattutto tutto il concetto di comfort food che con questo freddo ci sta tutto.

La shepherd’s pie, la torta del pastore, è un piatto di origine Anglosassone, me ne sono innamorata vedendolo preparare da uno dei miei chef preferiti, Jamie Oliver.

Un piatto semplice, carne di agnello e verdure vengon fatte cuocere sotto uno strato di soffici patate.

L’ideale per questo piatto sarebbe di non tritare la carne, ma tagliarla a punta di coltello in piccoli bocconcini.Perfetto per i pranzi in famiglia o quando si è in tanti.

Per la mia cena ho fatto un figurone e soprattutto non ho dovuto preparare null’altro se non delle verdure crude d’ accompagnamento.

Ora tocca a voi, cosa preparereste per cena, con poco tempo a disposizione  e soprattutto se in arrivo ci fossero degli ospiti che quasi non conoscete?

 

Casseruola in rame  handcraft  lab Bottega Donnini

Cocotte in ceramica ikea

Canovaccio in lino 100% zara home

 

SHEPHERD’S PIE

Fondamentale per la riuscita di questa ricetta, la carne di agnello, la salsa worchestershire e la pirofila in ceramica in terra cotta.

INGREDIENTI

  • 2 KG CARNE MACINATA DI AGNELLO
  • 500 G DI PISELLI
  • 4 CAROTE
  • 2 COSTE DI SEDANO
  • 1 CIPOLLA GRANDE
  • 3 CUCCHIAI DI CONCENTRATO DI POMODORO
  • 1/2 LT DI BRODO DI CARNE
  • 1 CUCCHIAIO DI SALSA WORCHESTERSHIRE
  • 1 RAMETTO DI ROSMARINO FRESCO
  • OLIO, SALE, PEPE E BURRO QB

PER LA COPERTURA

  • 2 KG DI PATATE
  • 20 G DI BURRO
  • LATTE (SE NECESSARIO)
  • 1 UOVO
  •  100G  PARMIGGIANO REGGIANO
  • SALE E PEPE Q.B.
  • 2 CUCCHIAI DI PAN GRATTATO

PREPARAZIONE

  • Mettete a bollire le patate in acqua salata
  • Preparate del brodo di carne ( quello vegetale andrà ugualmente bene)
  • In un’ampia casseruola scaldate olio e burro e fate soffriggere cipolla sedano e carote come si fa per il classico ragout
  • Aggiungete la carne macinata e fate rosolare, unite il rosmarino, la salsa worchestershire che darà un tocco in più a questo piatto.
  • Aggiungete poi i piselli ,fate cuocere a fuoco lento e di tanto in tanto bagnate con del brodo.
  • Unite il concentrato di pomodoro, salate,  pepate e continuate.Il tutto deve essere sempre umido.
  • Nel frattempo, ultimata la cottura delle patate, sbucciatele, schiacciatele e aggiustate di sale e pepe. Preparate un bel purè aggiungendo burro, parmigiano e se necessario del latte per renderlo un pò più morbido e per ultimo l’uovo.
  • Accendete il forno a 200°C.
  • Terminata la cottura del ragout, siete pronti ad assemblare il pasticcio.
  • Potrete mettere l’impasto in piccole cocotte, in modo che ognuno avrà la propria, oppure in una pirofila di ceramica.Posso assicurarvi che in altra teglia il sapore cambia.
  • Alla base della pirofila versate tutto il ragout e sopra stendete delicatamente tutto il purè.Ultimate con una spolverata di pangrattato e fiocchi di burro.
  • Dovrete solo infornare…e attendere che si crei una bella doratura e crosticina e poi sarete pronti per assaggiare.
  • Ps.Vi suggerisco di  sistemare una leccarda sotto la teglia, il bollore potrebbe far schizzare il delizioso ragout e rendere il vostro forno un campo di battaglia 😉

 

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Evasione in una notte d’Agosto, sognando la Toscana

 

Notte d’Agosto, il caos più assoluto, la gente per strada, gli schiamazzi, il caldo che atterrisce dopo una lunga e ancora non terminata giornata di lavoro.

Tutti in vacanza in questo periodo, tranne me, che proprio ad Agosto raccolgo il meglio dei frutti.

Ma lo stress è all’apice e vorrei solo vedermi spalmata su un prato, lunga lunga ad ammirare il cielo e ascoltare il silenzio.

E così nell’attimo di un secondo mi ritrovo a pianificare, prenotare e acquistare la mia vacanza ad Ottobre.

Il desiderio di avere in quel frangente ciò che non posso, mi mette di buoni propositi e al mio risveglio accade questo…

 

Campagna di Bibbona, in Val di Cecina, a pochi Km dalla costa, nei pressi di un bosco di un notevole valore naturalistico.

Perfetta per la vacanza al mare e in campagna.Il mio viaggio parte da qui, nella pace assoluta.

A pochi Km da Bibbona, trovate la campagna di Bolgheri con i suoi bei vigneti, oltre che il suo delizioso borgo.

Siamo in zona Castagneto Carducci e  qui si producono i vini Toscani più famosi ,da Sassicaia a Ornellaia, Grattamacco a Masseto e molti altri.

Il paradiso dell’enologia.

Luogo ideale per amanti del vino e della natura.Potete visitare le cantine, alcune di queste, necessitano la prenotazione.

Addentrandosi, a circa 35 Km, prima di incontrare Volterra, famosa per l’estrazione d’ alabastro, sarete sopraffatti dal bellissimo panorama collinare  che affianca la strada.

Il suo centro storico di origine Etrusca e al centro della piazza  importanti edifici medioevali.

Si prosegue per San Gimignano. Ci  troviamo nel comune di Siena. Centro storico, dichiarato patrimonio dell’umanità, interessante anche per la presenza delle torri medioevali.

 

Cercando la serenità, ho trovato delle strutture per alloggiare davvero interessanti. Luoghi pieni di charme, tranquillità e di gran servizio.

La nota positiva di far le vacanze fuori stagione è proprio quello di permettersi soggiorni che in altri periodi dell’anno sarebbero meno accessibili economicamente.

La Tenuta Gardini tra le morbide colline, a ridosso del bosco riserva, un gioiello di dimora. All’interno di questa tenuta, ci sono diverse strutture e tra queste,

Relais Sant’Elena, immerso nel silenzio più assoluto, contornato da un panorama che non smetti mai di ammirare.

Un grandissimo giardino con rose rampicanti, glicini e uno spazio dove consumare le cene e colazioni.

Le camere, avvolgenti e romantiche, arredate con gran gusto, mobili toscani alleggeriti da colori tenui e tessuti francesi in lino.

Presente un grazioso orto in struttura.Eccellente la colazione dal dolce al salato tutto molto curato e ricco di varietà.

In giardino, una graziosa wellness room lascia spazio a coccole e benessere.

Navigando su internet, in fase di prenotazione, un’altra struttura aveva solleticato la mia curiosità.Così ho diviso il soggiorno in due tappe diverse a pochissimi km l ‘una dall’altra.

La seconda si trova proprio al centro del piccolo paese di Bibbona.

Locanda di villa toscana è un graziosissimo b&b con poche camere arredate in maniera superlativa.

Opera di questa meraviglia è la padrona di casa,  architetto d’interni, Mariquita Papi.

Camere pulite e piene di romanticismo.Mobili antichi ben si sposano con i tessuti caldi e colorati di gusto francese.

Una stanza al piano terra, con un gran camino accoglie un tavolo per le genuine colazioni e momenti di relax.

Trovandosi in zona di mare, una visita la merita San Vincenzo e scendendo in Maremma , nei pressi di Castiglion della Pescaia non si può non fermarsi alla fattoria Le Mortelle di proprietà della famiglia Antinori.

Un luogo meraviglioso intriso di fascino e serenità.Una cantina ( come tutte le altre degli Antinori) super tecnologica, con sala interamente a vetro per la degustazione, dove è possibile ammirare un panorama di vigneti.

All’interno dell’azienda, ettari di frutteti. Oltre che il vino, qui si producono anche marmellate biologiche.

Il mio viaggio, si ferma qui, con tutta l’intenzione di ritornarci quanto prima.

 

FOODLIFESTYLE

Carnevale, biscotti integrali e cioccolato

 

 

Siamo in periodo carnevalesco e ve la dico tutta, non è certo una festa che amo. Non chiedetemi il perchè, ma davvero non ricordo l’ultima volta che ho preso parte a qualche festa in maschera.Ciò non toglie che amo vedere gli altri divertirsi e soprattutto mi rallegra l’ entusiamo e il fermento dei più piccoli.

In queste occasioni, la mia amica Gabriella di cibusalius, pensa bene di coinvolgermi per l’organizzazione.

” Cosa ne pensi se prepariamo un party per i bimbi?” Tutto si fa pur di renderli felici.Punto di partenza, il tema della festa.Non c’era alcuna voglia di spendere troppo per nuovi abitini, maschere e tutto il resto. A disposizione, una coloratissima cucina per bimbe….

il titolo, non poteva che essere ” Masterchef Junior, party “.

Secondo step! Cosa preparare per i piccoli ? Qualcosa di sano, dolce, colorato e coinvolgente? Anche qui c’era un limite, ci siamo rifiutate categoricamente di friggere.Vi immaginate dei bambini  come delle frittelle vaganti per casa? E le tende? L’odore di fritto resta per giorni prima che sparisca, quindi abbiamo preferito piano B: FORNO.Biscotti integrali e cioccolato.

Alla preparazione dei dolci, hanno partecipato  tutti i bimbi. Spiderman impastava, biancaneve raccoglieva la farina in eccesso, frozen mangiucchiava cioccolata da ogni angolo del tavolo e una coccinella in compagnia di una principessa  sporcavano.

Nonostante tutta la confusione siamo riuscite a infornarli e i piccoli masterchef a divertirsi.

A presentarvi questa ricetta due reginette d’eccezione 😉

 

 

 

BISCOTTI INTEGRALI e CIOCCOLATO

 

INGREDIENTI

  • 500 G DI FARINA INTEGRALE
  • 200 G DI BURRO
  • 80 G DI ZUCCHERO A VELO
  • 40 G DI MIELE
  • 1 BUSTINA DI LIEVITO PER DOLCI
  • 2 UOVA INTERE
  • SCORZA DI AGRUME ( IO, POMPELMO)

PER LA FINITURA

  • 100 G DI CIOCCOLATO FONDENTE (medio)
  • 50 G DI PANNA PER DOLCI
  • CODETTE DI ZUCCHERO COLORATE

 

PREPARAZIONE

  • VERSATE LA FARINA SU UN PIANO O ROBOT, AGGIUNGETE IL BURRO FREDDO FATE LAVORARE.
  • UNITE LO ZUCCHERO, IL LIEVITO E  LAVORATE. AGGIUNGETE LE UOVA, IL MIELE E IN FINE LA SCORZA DI AGRUME, CONTINUATE AD IMPASTARE.
  • CREATE UN PANETTO E LASCIATE RIPOSARE X 20 MINUTI.
  • ACCENDETE IL FORNO A 180 ° C
  • NEL FRATTEMPO FATE SCIOGLIERE IL CIOCCOLATO FONDENTE CON LA PANNA A BAGNO MARIA E METTETE DA PARTE.
  • SIAMO PRONTI PER CREARE I BISCOTTI.
  • FORMATE DELLE PALLINE E STENDETE L’IMPASTO CON IL PALMO DELLE MANI, CREANDO DEI LUNGHI CILINDRETTI DEL DIAMETRO CHE PREFERITE..PIU’ O MENO DI UN DITO.
  • TAGLIATE LA PASTA DI CIRCA 5 CM E DISPONETE SU UNA LECCARDA DA FORNO.
  • IO HO FATTO CUOCERE IN FORNO VENTILATO A 180°C I PRIMI 15 MIN. E  GLI ULTIMI 10 MIN A 160° C.
  • UNA VOLTA COTTI, LASCIATE RAFFREDDARE.
  • IMMERGETE UNO AD UNO I BISCOTTI NEL CIOCCOLATO E POGGIATELI SU UNA GRATELLA PER FAR COLARE IL CIOCCOLATO IN ECCESSO.
  • ULTIMATE COSPARGENDO LA PARTE DI CIOCCOLATA CON LE CODETTE COLORATE.
  • SERVITE, SARANNO PRESI SICURAMENTE D’ASSALTO 😉

 

 

 

FOOD

Il tempo delle mele. Parte II

 

Metti un pomeriggio, gli ultimi tiepidi raggi di sole di un inverno mai arrivato.

Metti la voglia di dolce che mi accompagna da quando ancora non esistevo.

Metti che, in casa come al solito non c’e’ nulla, come se avessero buttato una bomba ( è più facile che il supermercato si sposti da me).

Metti che tra pochissimi mesi saremo già con le chiappe al sole…

Bene!  La decisione da prendere è alquanto ardua. Allora decido! Nessun rimorso, appago subito  il desiderio, non si sa mai cosa potrebbe accadere l’indomani e il rimpianto potrebbe diventare ancora più grande.

Quale momento migliore per dedicarsi del tempo, se non quando tutti sono via e in casa ci siamo solo io, Marvin Gaye di sottofondo e la mia bella cucina! In queste circostanze tutto mi riesce al meglio.

Così tenendo d’occhio alla linea, un’altro alla dispensa pressochè vuota, decido di lanciarmi in un esperimento.

3 mele avvizzite, di cui una rischia di avere dei mostri all’ interno, farina integrale, zucchero di canna ( quello abbonda sempre) e della frutta secca.

Mi diverte sempre sperimentare, mettermi in gioco e vedere di cosa riesce con solo alcuni ingredienti.

La torta di mele, balena per prima nella mia mente, ma decido di cimentarmi in un crumble friabile e profumato.

 Il dolce alle mele è un classico della cucina Italiana e infinite sono le versioni esistenti, ogni famiglia ha la propria ricetta del cuore.

In assenza di burro decido di usare dell’olio di oliva, senza sapere quale sarà il risultato.

E così inizio ad impastare…

 

 

  

 

CRUMBLE DI MELE ALL’OLIO DI OLIVA

 

INGREDIENTI

PER IL CRUMBLE

  • 500 g di farina integrale
  • 18o ml di olio evo
  • 120 g di zucchero di canna
  • 2 uova
  • 1/ busta di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale ( io, Maldon)

PER IL RIPIENO

  • 3 mele
  • 3 cucchiai di zucchero muscovado
  • scorza e succo di limone non trattato
  • frutta secca, pinoli, noci, mandorle e tutto ciò che la dispensa propone.
  • una manciata di uvetta disidratata
  • 1/2 bicchiere di rum

PROCEDIMENTO

  • Lavate, sbucciate e tagliate le mele a cubotti. Riponetele in una boule, spremeteci del limone, aggiungete lo zucchero muscovado e mettete da parte.
  • In un bicchiere di rum ammollateci l’uvetta disidratata.
  • Accendete il forno a 180° C.
  • Nel frattempo prepariamo la frolla, veloce e facile.
  • Su di una spianatoia versate farina integrale, zucchero, sale e lievito poi olio evo ( consiglio di utilizzare un olio molto delicato altrimenti il forte profumo potrebbe sovrastare quello delle mele)
  • Lavorate il tutto con la punta delle dite sino ad ottenere un composto sabbioso.
  • Aggiungete  le uova e continuate  mantenendo l’impasto sbriociolato.
  • Prendete una teglia per torte, versate il crumble alla base e appiattite con le mani o con il dorso di un cucchiaio sino a creare una base omogenea.
  • Versate il composto di mele con tutta la frutta secca a disposizione  (200 g saranno sufficienti).
  • Scolate l’uvetta, strizzatela leggermente ( il sapore del rum deve restare) e unitela al composto.
  • Cospargete di scorza di limone appena grattugiato e coprite con il restante crumble, lasciandolo a briciole.
  • Infornate, ci vorranno circa 20 min. prima che possiate deliziarvi.
TRAVEL

Roma per strada, attraverso i miei occhi

 

Non scriverò di come arrivare, cosa visitare una volta a Roma, come fossi una turista, piuttosto vi dirò di come questa città, da sempre appare ai miei occhi, di  cosa mi piace e di come viverla per sentirsi parte integrante di essa.

Vi parlerò attraverso le mie immagini di una Roma affascinate, imponente, presuntuosa, illuminata, testarda, coccolona, puzzolente e arrabbiata. Una città abitata da tanti (forse anche troppi ) e allo stesso tempo così solitaria, malinconica e romantica.

Una città vissuta per strada, un posto dai mille volti.

Nemmeno i nostri 10 anni di convivenza  sono serviti a darmi una visione differente da quella che ho oggi. Sentimenti contrastanti ci uniscono, di disagio, legato all’ incapacità di comprenderne la sua enormità  e di fascino, subito per l’indiscutibile bellezza, di un luogo capace di regalare tanto.

I luoghi che realmente ci appartengono sono in grado di farci sentire la nostalgia e la voglia di tornare come se non se ne avesse  mai abbastanza.E infatti è proprio così!Di questa meravigliosa città non se ne ha mai abbastanza, sempre angoli nuovi da scoprire, un pò come vivere tante  città in un ‘ unica città.

 

 

Tutt’ oggi quando ci ritorno provo quel tonfo allo stomaco, pervasa dalla voglia di viverla a piedi proprio come amavo fare quando ci vivevo. Godermi ogni angolo del centro, la sua veracità, semplicità, le urla dei fruttaroli dei mercati che  incitano ad acquistare dai loro coloratissimi banchi di frutta e verdura, pronti con tutta la loro simpatia a dispensare consigli e suggerimenti su cosa cucinare, ai clacson delle auto ferme al semaforo, alla gente della periferia, ai tram e le sue attese interminabili, agli incontri di personaggi alternativi e a volte cupi, sino agli odori di strada misto a cucine multietniche e fragranze della Roma bene, dell’antico e del sudicio.

Ho sempre pensato che per poter conoscere meglio una città  l’ideale fosse viverla per strada.Quasi sempre qui, si gode di un clima mite e di giornate piacevoli da trascorrere all’ aperto.

 

 

 I primi tempi che ci vivevo, una delle mie abitudini era quella di prendere il tram, scendere in centro e buttarmi in mezzo alla folla, lasciavo che mi guidasse fino a ritrovarmi in stradine che non conoscevo. Di volta in volta come ad occhi chiusi mi ritrovavo a scoprire un nuovo angolo della città, in questo modo mi sono innamorata di vico del Fico, via dei Giubbonari, via del Pellegrino, piazzetta Trilussa, via del Governo Vecchio  per non parlare dei quartieri di Monti, Trastevere e Pigneto, tutte zone, che una volta a Roma non si possono non vedere.

Ancora ricordo l’emozione di quando una calda sera di settembre, in giro con degli amici c’imbattemmo in una  piazzetta gremita di gente, di giovani che stavano assaporando anche loro tutto il piacere di quella fetta di città che poi ho scoperto essere Campo dè fiori, uno dei miei luoghi dell’anima.

Gli aperitivi, i colori del mercato della mattina, i suoi mille negozietti, le tante hostarie, l’odore dei fritti, dei forni, e proprio in questa zona è presente uno dei miei posti preferiti, Roscioli.

Fornai da generazioni, ma anche gastronomia, l’olimpo del cibo e del buon vino.Appena si entra, un profumo di salumi, formaggi e di buono ti prende a schiaffi, si resta storditi dal gran numero di formaggi e quant’altro presente.Lungo uno stretto corridoio dall’altra parte del banco salumi, un’imponente scaffalatura contenente bottiglie di vino e un concentrato del meglio dall’Italia e non.

Pur non essendo molto grande, questa gastronomia è davvero accogliente, amo la gente che ci lavora, sempre professionale con mood friendly e  mai scontata.Luogo ideale anche per degustazioni da intenditori da consumare al bancone,  aperitivi, cene easy o semplicemente  perfetto per far la spesa  da portare a casa.

 

 

 

 

Da un annetto circa  in città si vive un’altra realtà di mercato, fatto non solo di bottegai  ma anche di cibo di strada ; Il mercato centrale.

All’interno della stazione Termini, in via Giolitti, proprio dove un tempo sorgeva il luogo del dopolavoro ferroviario, si affiancano, in circa 2000 metri quadri, botteghe di gelato, carne, pesce ,prodotti da forno, cibo vegetariano, sushi, pasta, fritto, hamburgeri, vino, birra e caffè.Non solo è possibile acquistare dai vari banchi.Lungo i corridoi, sotto l’enorme cappa Mazzoniana, realizzata interamente in marmo portoghese (un capolavoro dell’architettura degli anni ’30) sono disposti tavoli dove poter consumare cibo di ogni sorta. Dai supplì gusto miele e guanciale, al gusto di ricotta oppure cioccolato e pere, risotti fritti, zenzero candito ricoperto di cioccolato, ravioli di borragine, burger di legumi con pomodoro fresco, braciola fritta di chianina e tanto altro ancora.

Divenuto luogo d’incontro d’eccellenza per i foodies, ma soprattutto per i viaggiatori in attesa del treno, dalle 7 del mattino sino a mezzanotte un posto che soddisfa tutti i palati.

Restando in zona Termini e sempre sul concetto di street food, (condizione necessaria per chi decide di vivere la città a piedi e vuole mangiar bene), da poco hanno aperto il loro terzo punto vendita in città; Matò .Quando ero studentessa, ricordo che desideravo trovare dei piatti  che non ero in grado di prepararmi e dovevo attendere di rientrare nella mia terra per assaggiarne. Tra questi c’era il famoso panzerotto. Per me impossibile da ricreare.Il nuovo matò street food, che si trova in via xx Settembre n. 41  è in grado di regalarvi queste bontà, dalla focaccia barese alle pucce  ripiene di polpette, oppure di burrata capocollo di Martina e pomodori secchi,  alla tiella di riso patate e cozze e tante altre specialità prettamente pugliesi. Lo stile del locale è del tutto nuovo, fresco e e soprattutto rallegrato dal personale gentilissimo e pieno di entusiamo …Ps. chiedete di Vito;) e dite pure che vi manda Mariangela!

Sono certa che non vi stancherete di percorrere e ripercorrere la città eterna, di tanto in tanto provate ad alzare gli occhi al cielo, Roma gode di una luce particolare, come volesse trapassare gli oggetti, nitida e vivida, rendendo ancor più bello ciò che lo è già. e allieterà ancor più le vostre passeggiate.

 

 

 

FOOD

Le cime di rapa, la burrata e il pane di Matera

 

 

Se dico inverno, subito mi viene in mente camino, fuoco ,casa, copertina,  coccole, pomeriggi in cucina, letture lente e profonde e non ultimo, cibo, vino rosso, carne, salsicce, e cime di rape.

Nella mia memoria storica culinaria, le cime di rape vanno a braccetto con il freddo, anche se devo dire dalle mie parti è facile trovarle anche in altre stagioni.Che si sappia in giro, vivo nella culla delle cime di rape!

Le mie ricette sono sempre un pò così, nascono da quello che più mi piace, da quel che trovo in frigo e da cio’ che ricordo di aver visto nei  vari programmi televisivi, letto su libri di cucina o provato nei vari ristoranti.

Questo delle orecchiette è un piatto molto semplice, incontra tradizione  con qualche intruso che tanto amo, la burrata e il pane.

Nello specifico ho utilizzato il pane di Matera che è una vera delizia, dalla mollica compatta e dalla crosta croccante, quasi friabile, un pane che si conserva perfettamente anche per diversi giorni.

Procederò nella descrizione  della preparazione classica di questa ricetta (che è un must della cucina meridionale) per poi presentare la mia variante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORECCHIETTE CIME DI RAPE, BURRATA E MOLLICA DI PANE

 

 

INGREDIENTI

  • 500  g di cime di rape
  • 350 g di orecchiette fresche
  • 200 g di burrata
  • 200 g di mollica di pane di Matera ( o altro pane)
  • 2 filetti di alici
  • sale ed olio evo qb
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 peperoncino secco
  • 1 scorza di limone bio

 

PROCEDIMENTO

  • Iniziate a pulire la verdura e tenete da parte solo le parti morbide  e il fiore, sciacquate e nel frattempo portate a bollore l’acqua in un pentolone e aggiungete sale.
  • In una padella versate olio, scaldate lo spicchio di aglio e lo eliminate. Unite le acciughe e le fate sciogliere, unite la mollica sbriciolata e fate rosolare prestando attenzione a non far bruciare…sarà questione di pochi minuti.A cottura ultimata mettete da parte e ripulite la padella.
  • L’acqua bolle? Bene pronti a calar le rape e poco qualche minuto la pasta.Cuocendo insieme pasta e verdura prenderanno più sapore.
  • Utilizzate la padella ripulita, dove avete rosolato la mollica e versateci un filo di olio evo e scaldate il peperoncino.
  • Scolate pasta e rape e le fate insaporire nell’olio e peperoncino.Saltate per pochi minuti e siete pronti per impiattare.
  • In un piatto adagiate la pasta, unite una bella forchettata di burrata ( in assenza di questa anche la ricotta è ottima) e cospargete di abbondante mollica profumata alle acciughe.
  • Ultimate il tutto con una grattata di scorza di limone e sarete pronti per degustare.

 

 

FOOD

Gli ultimi peccati di gola, tortelloni di burrata.

 

In questo periodo i sensi di colpa aumentano a dismisura, ma insalate e consommè dovranno attendere ancora un pò prima di fare il loro ingresso trionfante.

Dopo il 24, il 25 e 26 ci aspettano ancora altri due giorni di cibo very yummy, nel frattempo non lasciamoci affossare dalle angosce e andiamoci giù come le feste comandano.

Il mio suggerimento per la ricetta della fine d’anno è un super tortello che in parte ho rubato dalle mitiche ricette della mia zia Clara, chef della trattoria di famiglia,  La locandiera.

La variante è stata quella di aggiungerci un plus di sapore con un concentrato di porcini. Ricetta vecchia scuola ma con degli ingredienti davvero golosi e interessanti da presentare. Pronti a prender nota?

 

 

 

 

 

 

 

TORTELLONI DI BURRATA E SALSA DI PORCINI

L’ASPETTO PRATICO DI QUESTI TORTELLONI E’ CHE ESSENDO GRANDI POTRETE FARNE DI MENO E IMPIEGARE LA META’ DEL TEMPO RISPETTO AI CLASSICI. POTRETE SERVIRNE TRE O QUATTRO PER OGNI COMMENSALE.

BUON FINE ANNO A TUTTI.

 

INGREDIENTI

IMPASTO:

  • 1/2 KG DI FARINA 00
  • 1/2 KG DI FARINA DI GRANO DURO
  • 7 UOVA
  • ACQUA TIEPIDA QB
  • 1 PIZZICO DI SALE

FARCIA & CO.:

  • 1/2 KG DI BURRATA
  • SALE E PEPE QB
  • 100 ml di LATTE INTERO
  • 100 g di PARMIGIANO REGGIANO 36 mesi
  • 100 G DI FUNGI PORCINI SECCHI
  • MAZZETO DI ERBA CIPOLLINA

 

PROCEDIMENTO

  • APRITE LA BURRATA E PRENDETE SOLO LA PARTE INTERNA LASCIANDO SGOCCIOLARE IN UN COLA PASTA.UNA VOLTA PERSO IL LATTE TAGLIUZZATELA E CONDITE CON PIZZICO DI SALE E PEPE. NEL FRATTEMPO PASSATE ALL’IMPASTO.
  • SU UNA SPIANATOIA CREATE UNA FONTANA CON LE DUE FARINE, IN CIMA  UN CRATERE E UNITE LE UOVA E UNA PRESA DI SALE.
  • CON L’AIUTO DI UNA FORCHETTA SBATTETE LE UOVA E INIZIATE AD INCORPORARE LE FARINE.
  • LAVORATE A MANO L’IMPASTO O SE PREFERITE IN UN ROBOT, INSERENDO PIAN PIANO DELL’ACQUA TIEPIDA.IMPASTATE SINO A RENDERLO COMPATTO.
  • CREATE UN PANETTO E LASCIATE RIPOSARE. P.S. L’IMPASTO NON DEVE RISULTARE MOLTO MORBIDO.
  • PER LA REALIZZAZIONE DEI TORTELLONI  POTETE USARE IL MATTERELLO, SE NE AVETE DIMISTICHEZZA,  ALTRIMENTI CON L’AIUTO DI UNA MACCHINA PER PASTA FRESCA INIZIATE A STENDERE L’IMPASTO A STRISCE.
  • RICORDATE DI COPRIRE IL PANETTO CON UN CANOVACCIO PER NON FARLO ASCIUGARE.
  • POSATE LA STRISCIA DI PASTA SUL RIPIANO E A DISTANZA DI 2 CM DALL’ALTRO METTETE UN CUCCHIAIO DI BURRATA.
  • CON L’AIUTO DI UN COPPAPASTA , TAGLIATE E RICHIUDETE A PANZEROTTO, PRESTANDO ATTENZIONE A FAR USCIRE L’ARIA DAL TORTELLONE .UNA VOLTA CHIUSO, PRENDETE LE DUE ESTREMITA’  E UNITELE.
  • CONTINUATE SINO A TERMINARE TUTTO L’IMPASTO E ADAGIATE I TORTELLONI SU DI UN PIANO CON FARINA IN MODO CHE NON SI UNISCANO.
  • PROCEDIAMO CON LA FINITURA DEL PIATTO CREANDO UNA SALSA AL PARMIGIANO E UNA CREMA DI PORCINI PER RENDERLA PIU’ SAPORITA.
  • IN PENTOLINO FATE SCALDARE LATTE INTERO E PARMIGIANO SINO A RENDERLI UNA SALSA.
  • IN ALTRO PENTOLINO METTETE I FUNGHI PORCINI E UNITE DELL’ACQUA SINO A COLMARLI.PORTATE AD EBOLLIZIONE,  AGGIUNGETE UN PIZZICO DI SALE.TRASCORSI 10 MINUTI,TOGLIETETLI DAL FUOCO E FRULLATELI CON MINIPIMER AGGIUNGENDO UN FILO DI OLIO.METTETE DA PARTE.
  • FATE CUOCERE I TORTELLONI IN ACQUA BOLLENTE SALATA, UNA VOLTA A GALLA, SCOLATELI.PRONTI PER IMPIATTARE.
  • ADAGIATE I TORTELLONI SU UN PIATTO  E SOPRA VERSATECI LA SALSA AL PARMIGIANO E DELLE GOCCE DI SALSA AI PORCINI , FINITE CON DELL’ERBA CIPOLLINA E SERVITE.

 

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