Può rivelarsi davvero sorprendente un weekend trascorso in Abruzzo.
Alla fine di settembre mi sono recata per questioni di lavoro e come spesso mi capita, lascio che mio marito mi accompagni per approfittarne in momenti di pausa e scoprire insieme nuovi luoghi.Devo ammetterlo, è sempre un pò difficile conciliare le due cose poichè necessitano di una perfetta organizzazione oltre che del giusto tempo a disposizione.
Ma come farsi scoraggiare, sapendo di dover scoprire nuovi ed entusiasmanti posti?
Come sempre non lascio mai nulla al caso e anche per questa volta siamo partiti alla volta dell’Abruzzo con un programma preciso e serrato, non per questo ho permesso all’ansia di rovinare la leggerezza di questa gita intensa e inaspettata.
Giunti quasi a destinazione abbiamo fatto la nostra prima sosta con pausa pranzo in uno dei tipici trabocchi abruzzesi.Queste costruzioni fatte interamente in legno hanno un fascino davvero spaziale.Intravederli dalla costa su strada per poi camminarci e giungerci dentro fa un certo effetto, soprattutto per chi come me soffre un pò di vertigini.Come dicevo, i trabocchi sono delle vecchie strutture in legno che un tempo servivano per pescare, una sorta di palafitta che dalla costa si allunga in mare.Oggi, queste singolari strutture sono diventate attrazione turistica e molte di loro sono ad uso ristorazione.
Ragion per cui vale ancor più la pena fare una sosta.Inutile dire che troverete una cucina prettamente di mare, semplice e locale.Quasi tutti i trabocchi dispongono di un menu fisso (hanno delle cucine minuscole per lavorare) ricco e a buon prezzo.
Quel che più mi affascina dei viaggi è vedere come la gente del posto si relaziona agli altri, conoscere le loro storie entrando nel possibile nelle loro esistenze.
Seconda tappa e per questa, vi suggerisco di prepararvi ben bene psicologicamente, l’impatto potrebbe avere ripercussioni sul vostro cuore e creare dipendenza volendoci tornare e ritornare ancora.
Programmata la mezza giornata per fare una gita a Campo Imperatore nel cuore del massiccio del Gran sasso, il nostro primo incontro è stato un panorama mozzafiato, fatto di campi, montagne in lontananza, silenzio e il suono dei campanacci delle mucche al pascolo.Qui un sussulto, non mi vergogno a confessarvi che ho pianto dall’emozione. Lo spettacolo naturale che Campo Imperatore sa regalare di certo vale il viaggio, tutto!
Superato il momento emozionale, il nostro secondo incontro è stato umano.Lì all’angolo della strada solo con la sua baracchina e i suoi prodotti genuini, un pastore sembrava davvero attenderci.Abbiamo ammirato con sorpresa il suo fare imprenditoriale tipica di chi conosce la realtà locale e ben accoglie la presenza straniera.Nel giro di una piccola degustazione davvero casereccia ci siamo ritrovati con 2 kg di pecorino, dell’olio e del buon vino nel bagagliaio della macchina.
Dopo un bel carico di cibarie genuine e un bel pacco di emozioni, senza meta ci siamo messi alla ricerca di un ristoro senza sapere che a pochi km dal nostro spacciatore di leccornie ad aspettarci vi erano un paio di …non chiamateli ristoranti.Si tratta di produttori e allevatori che hanno allestito in semplici bungalow dei punti ristoro.Scegli al banco i tuoi arrosticini o il tuo bel pezzo di carne, del formaggio, del vino e in tutta autonomia la cuoci nelle braci messe a disposizione per gli ospiti e la consumi in una delle panche pubbliche.
Una sorta di pic nic sociale.Inutile raccontarvi la semplicità di questo luogo e l’allegria che accompagna la gente che vive questo posto ci ha messo di ottimo umore,forse grazie anche all’ottimo vino locale.
Di rientro da questo magico luogo chiamato Campo Imperatore abbiamo fatto una piccola sosta a Rocca Calascio, all’interno del parco Nazionale del Gran Sasso. In lontananza dalla strada si intravede quel che resta del castello, uno dei più alti d’Italia.Il suo piccolo borgo e la semplicità della gente che lo abita ha reso famoso questo luogo, diventando set di molti film.Dalla rocca è possibile vedere la vallata e un panorama da bocca aperta.Lasciando Rocca Calascio e proseguendo per un altro affascinante borgo, S. Stefano di Sessanio, una sosta merita la chiesa di Santa Maria della Pietà dalla forma di pianta ottagonale.
Tutti questi luoghi compreso l’ultimo S. Stefano di Sessanio trovo siano l’essenza di questa terra, arida e ricca allo stesso tempo, generosa e accogliente come la sua gente.In occasione di una passeggiata per questo borgo non ci siamo lasciati sfuggire l’ albergo Sextantio che ben si sposa con questo centro medievale ed è stato recuperato attenendosi alle caratteristiche del posto, restando semplice essenziale ma molto curato.Un progetto, tra i primi in italia sul concetto di albergo diffuso.
Qui termina il nostro weekend, l’Abruzzo è certamente una terra che sa dare tanto a chi sa viaggiare non solo con gli occhi, soprattutto con il cuore.
Sono davvero felice che il mio amato Abruzzo ti abbia regalato tante emozioni! È un posto speciale ed entrarvi in contatto è da persone di gran cuore! Grazie per questo bellissimo post❤️
Baci,
Mary
Ciao Mary, non sai quanto piacere mi faccia leggerti.Ho provato forte emozioni in una terra apparentemente dura.Un caro abbraccio.Mariangela